Buongiorno, ho 24 anni e sono una persona timida e insicura. In situazioni a me non famigliari mi accompagna da sempre un grande senso di inadeguatezza. Non riesco a far valere le mie opinioni e mi svalorizzo. Non mi butto mai, perdendo tutte le opportunità che forse avrei potuto cogliere. Dopo le superiori, vissute con grande ansia, non mi sono iscritto all’università non sentendomi all’altezza. Ora lavoro come impiegato in un’azienda che purtroppo è in difficoltà. Mi hanno già detto che non mi rinnoveranno il contratto e quindi mi dovrò ricollocare. L’idea di inserirmi in una nuova realtà mi terrorizza: non mi sento capace di far niente, ho paura di non farcela e so che mi sentirei inferiore in un nuovo ambiente. Questo mi spaventa tantissimo. La mia bassa autostima comincia veramente a diventare un problema. Mi può aiutare?
Francesco
Caro Francesco,
La sensazione di non essere all’altezza, di non sentirsi adeguati in ciò che si fa può riguardare tutti gli ambiti della vita: l’aspetto fisico, le capacità, la simpatia, la cultura fino a diventare una sensazione generalizzata, ovvero quella di sentirsi sempre meno degli altri in ogni circostanza. In molti casi la persona teme di essere giudicata dagli altri, da un mondo che ci impone richieste sempre più elevate; altre volte, invece, chi sancisce questa inadeguatezza è un giudice interno, una voce che ci accompagna dicendoci che non siamo abbastanza e che falliremo.
Il primo passo da fare è individuare se l’entità che sancisce questo dubbio (che potrebbe tramutarsi in una certezza) è all’interno o all’esterno di noi.
In secondo luogo è importante identificare quali sono quei comportamenti che stai mettendo in atto per far fronte a questa sensazione e che non hanno funzionato per risolvere il problema, diventando parte del problema stesso.
Stando a quanto scrivi, sembra che il tuo copione comportamentale prevalente sia l’evitamento: nel tentativo di preservarti da una possibile (o probabile) sconfitta… eviti di giocare la partita. Così per paura di fallire non ti metti in gioco. Ma come si può vincere se non si gioca mai? Senza contare che ogni partita non giocata finisce con il confermare a te stesso la tua propria incapacità. Adesso la situazione contingente ti impone forzatamente di metterti in gioco e quindi è naturale che l’ansia salga.
Ti consiglio di rivolgerti ad uno psicologo per una consulenza breve strategica. In un numero molto limitato di sedute, potrai avere nuovi strumenti per imparare a gestire anziché subire questa situazione.
Un caro augurio,
Dott.ssa Gloria Bezzegato
Dott.ssa Gloria Bezzegato
Psicologa Strategica
ordine degli Psicologi del Veneto n 11199
P.I. 05208830280